Running Glance

Curated by Antonello Tolve

L’homme par son égoïsme trop peu clairvoyant pour ses propres intérêts, par son penchant à jouir de tout ce qui est à sa disposition, en un mot, par son insouciance pour l’avenir et pour ses semblables, semble travailler à l’anéantissement de ses moyens de conservation et à la destruction même de sa propre espèce. En détruisant partout les grands végétaux qui protégeaient le sol, pour des objets qui satisfont son avidité du moment, il amène rapidement à la stérilité ce sol qu’il habite, donne lieu au tarissement des sources, en écarte les animaux qui y trouvaient leur subsistance, et fait que de grandes parties du globe, autrefois très-fertiles et très-peuplées à tous égards, sont maintenant nues et stériles, inhabitables et désertes. […] On dirait que l’homme est destiné à s’exterminer lui-même après avoir rendu le globe inhabitable.
Jean-Baptiste Lamarck

As a re-creation of happy places, things, events and occasions, Marco Maria Giuseppe Scifo’s work is a disapproval action toward some unfortunate history events such as collapse and loss of sense, in which man «claims the glory of eternity» (Leopardi) carelessly distorting the natural world organization.
Against current phenomena of nature’s drying and human imagination, the artist contrasts a new uncontaminated universe able to redeem itself from the ecology territories and tout court reports to give rise to a cultural behavior of clear analytical approach which «doesn’t forget to ask itself about reasons and implications of its activities»
Menna

With Running Glance, a trilogy that includes Shoot Baby Shoot, Iceberg and Life In The Polar Regions, the artist offers a further contact with an everyday-life temporality (recalibrating the light environments of Eye Run, a solo exhibition held in Milan at the French Cultural Centre) using a visual exercise that becomes critical muscle, cutting argument, ophthalmic spear aimed to pierce viewer’s gaze and to weave a magical landscape in which figures becomes eternal and sweet.
Quick look at reality, fleeting race (and effectively everyday life transformer), offensive glance at problems that are devastating the planet, Running Glance arises as a necessary antidote against a domesticated nature ill-treated by the international circuit. Undermining respectability and indifference men have about their ecosystem, Marco Scifo creates a schedule of works transforming news liabilities into both awareness and imaginative dissertation and dialogical thought. Second part of a work in progress (and work experience) pressing on common sense of guilt by a direct and instantaneous awareness about earth’s condition, Running Glance opens up a linguistic dialogue undermining cliché and mass society’s distractions to play on several issues (glaciers dissolution or water and air pollution) turning into a blinding flash of the present.
The exhibition opens with Shoot Baby Shoot second step delineated by a sound wall (on which is located a bullet-pierced drawing depicting a polar bear) temporarily and apparently aiming at blocking the entrance of the tunnel in order to lead the viewer into a delicate and restless area where waiting is the primary piece of the composition. Two light sculptures stand as diaphanous atmosphere of a metaphorical circuit that eliminates the gap by reducing the land cartography, so that to propose an untouched and bright world.
Sculptures are made of a perch where lies an acetate structure illuminated by a small overhead projector and a light table where is a black ink glaciers drawing.
At last, Life in the Polar Region’s work – three drawings depicting arctic animals illuminated by an oblique light – is configured as a territory of further appearance.
A crystalline epiphany where everything can appear and return to its ancestral beauty, to a real world that remains for all – as suggested Angelo Trimarco – «the horizon where the plot is woven».

Running Glance
L’homme par son égoïsme trop peu clairvoyant pour ses propres intérêts, par son penchant à jouir de tout ce qui est à sa disposition, en un mot, par son insouciance pour l’avenir et pour ses semblables, semble travailler à l’anéantissement de ses moyens de conservation et à la destruction même de sa propre espèce. En détruisant partout les grands végétaux qui protégeaient le sol, pour des objets qui satisfont son avidité du moment, il amène rapidement à la stérilité ce sol qu’il habite, donne lieu au tarissement des sources, en écarte les animaux qui y trouvaient leur subsistance, et fait que de grandes parties du globe, autrefois très-fertiles et très-peuplées à tous égards, sont maintenant nues et stériles, inhabitables et désertes. […] On dirait que l’homme est destiné à s’exterminer lui-même après avoir rendu le globe inhabitable.
Jean-Baptiste Lamarck

Ricreazione felice di luoghi, cose, eventi e occasioni, l’opera di Marco Scifo rappresenta una azione di disapprovazione nei confronti di alcuni avvenimenti infelici della storia. Di collassi e di perdite di senno in cui l’uomo d’eternità s’arroga il vanto (Leopardi) e distorce, con noncuranza, l’organizzazione naturale del mondo.
Ai fenomeni attuali di inaridimento della natura e della fantasia umana l’artista contrappone, con eleganza, un nuovo universo incontaminato in grado di riscattarsi, tuttavia, dai territori dell’ecologia e della denuncia tout court per dar luogo ad un comportamento culturale di chiara impostazione analitica che non dimentica di interrogarsi sulle ragioni e le implicazioni della propria attività
Menna

Con Running Glance, trilogia progettuale che comprende Shoot Baby Shoot, Iceberg e Life In The Polar Regions, Scifo propone ora, ricalibrando gli ambienti leggeri di Eye Run – personale tenuta a Milano negli spazi del Centro Culturale Francese – un ulteriore contatto con il tempo della vita comune mediante una ginnastica visiva che si fa muscolo critico, argomentazione pungente, lancia oftalmica tesa a bucare lo sguardo dello spettatore e a tessere un paesaggio incantato in cui le figure si fanno eterne e dolci. Panoramica rapida sulla realtà, sguardo che segue ed esegue, corsa fugace (ed efficace, tra l’altro, a trasformare il quotidiano), occhiata offensiva sui problemi che devastano il diario planetario, Running Glance si pone come necessario antidoto riflessivo nei confronti di una natura addomesticata, atterrata e maltrattata dal circuito internazionale.
Facendo brillare la mina sul ponte del perbenismo e della sostanziale indifferenza che l’uomo nutre nei confronti del proprio ecosistema, Marco Scifo genera, così, un palinsesto di opere che trasformano la passività della notizia in consapevolezza, dissertazione immaginifica, pensiero dialogico.
Seconda puntata di un work in progress (e di un work experience) che preme lateralmente sul senso di colpa con una presa diretta e istantanea della condizione terrestre, Running Glance schiude un discorso linguistico che sabota il luogo comune e le distrazioni della società di massa – del conformismo dilagante e delle lascive irritazioni che sfigurano il giardino planetario (Clément) – per far leva su una compagine di problematiche (il discioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento delle acque e dell’etere, ad esempio) che si trasformano in rasoiata sottile, fulmine accecante sull’attualità.
Ad aprire la mostra è il secondo passo di Shoot Baby Shoot che si delinea, questa volta, con un audiomuro (su cui è posizionato un disegno, con fori di pallottole, che ritrae un orso polare) teso a bloccare temporaneamente (e apparentemente) l’ingresso della galleria per condurre il fruitore in un’area delicata e irrequieta in cui l’attesa – simile a quella del franco cacciatore caproniano – si fa brano primario della composizione.
Una scultura di luce (un piedistallo in cartone vegetale con sopra una piccola lavagna luminosa) e una proiezione a parete con un disegno a penna nera dei ghiacciai visti dall’alto – rivisitazione integrale del progetto Iceberg – si pongono, assecondando il primo step del progetto espositivo, come atmosfera diafana di un circuito metaforico che azzera le distanze e lilliputzionalizza la cartografia terrestre per proporre un mondo inviolato e luminoso.
Life in the Polar Regions, lavoro composto da tre disegni che riproducono animali artici illuminati da una luce radente e incisiva, si configura, infine, come territorio di ulteriore apparizione, di cristallina epifania temporale in cui tutto può apparire e ritornare alla sua atavica bellezza. Ad un mondo, quello della vita e della realtà reale, che resta per tutti – lo ha suggerito Angelo Trimarco – l’orizzonte dentro il quale si tesse la trama dell’opera.

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Running Glance

solo show curated by Antonello Tolve

Project date

2011

Project location

Z2O Galleria | Sara Zanin - Roma, Italy

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